Riportiamo due articoli a firma di Walter Guttadauria pubblicati sul quotidiano La Sicilia che descrivono due delle nostre più importanti iniziative.
La Sicilia 24 gennaio 2016
Il nipote Mario Arnone ne ha fatto dono alla Società di Storia Patria. Oltre al patrimonio librario vi sono manoscritti che saranno pubblicati sul semestrale “Archivio Nisseno”
Si valorizza la biblioteca che fu di Luigi Monaco l’austero “signor preside”
Si valorizza il prezioso patrimonio librario appartenuto a Luigi Monaco, e al contempo si recupera la memoria di tale personaggio protagonista nel panorama culturale di quella Caltanissetta che Leonardo Sciascia definì la “Piccola Atene” degli anni Trenta del Novecento.
La biblioteca che fu di Monaco, infatti, è stata donata dai suoi familiari alla Società Nissena di Storia Patria che la annovererà nella già ricca dotazione di quella “Biblioteca delle Biblioteche” che il sodalizio presieduto da Antonio Vitellaro da tempo sta creando e che presto avrà la sua sede stabile in alcuni locali ristrutturati dell’ex convento seicentesco dei Minori Osservanti annesso alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli.
Proprio in questi giorni il nome di Monaco è ritornato alla memoria in seguito al decesso della figlia Lucia, che si è spenta lo scorso 18 gennaio a Palermo, ove si sono svolti i funerali. Dopodiché la salma dell’anziana donna (era nata nel 1927, unica figlia di Luigi Monaco e della moglie Rita Elena Arnone) è stata trasferita a Caltanissetta e tumulata nella tomba di famiglia Monaco-Arnone. Lucia Monaco aveva sposato Benito Camillo a Palermo, dove abitava con i figli Luigi, Mario e Amalia.
E’ stato Mario Arnone - personaggio che non ha certo bisogno di presentazioni - a far dono alla Società di Storia Patria (di cui peraltro è presidente del collegio dei Probiviri) del patrimonio librario appartenuto allo zio Luigi.
Questo il suo rapporto di parentela e il come lo stesso Arnone è entrato in possesso della biblioteca: Rita Elena Arnone (1897-1989), moglie di Monaco, era sorella di Arturo Leonardo Arnone capitano dell’esercito e padre di Mario, e quindi zia di quest’ultimo. Nel 1990 Lucia Monaco ha affidato i libri della biblioteca del padre al cugino Mario, ad eccezione dei manoscritti in quanto desiderio del genitore era che non venissero pubblicati. Solo nel giugno dell’anno scorso Lucia ha consegnato tali manoscritti al cugino per farne l’uso più opportuno. Ed ecco che adesso anche quei manoscritti fanno parte della donazione fatta recentemente da Mario Arnone alla Storia Patria nelle persone di Antonio Vitellaro e Sergio Mangiavillano, che nella veste di condirettori della rivista semestrale del sodalizio “Archivio Nisseno” ne cureranno la pubblicazione. Si tratta di poesie giovanili, saggi critici, traduzioni e qualche scritto di carattere civile.
Oltre a tali manoscritti, Mario Arnone ha consegnato, come detto, il patrimonio librario della biblioteca di Monaco costituito da circa 450 testi che riguardavano i suoi interessi culturali, vale a dire letteratura, critica letteraria, storia, filosofia. Vi sono inoltre molte riviste, tra cui “Galleria” dell’editore Salvatore Sciascia.
Per tale preziosa donazione, la Società di Storia Patria si è dichiarata grata alle famiglie Monaco-Arnone e Camillo, giacché siffatto patrimonio sarà tra le “presenze” più di rilievo nella citata “Biblioteca delle Biblioteche” che già dispone di migliaia di testi e la cui sede tra qualche mese dovrebbe divenire finalmente operativa.
Luigi Monaco nacque nel 1892: in un breve profilo biografico pubblicato qualche anno fa da Sergio Mangiavillano, si legge che fu «decorato della medaglia d’argento durante la seconda guerra mondiale, insegnò italiano e latino nel liceo classico; nel 1935 diventò preside dell’istituto magistrale IX Maggio, negli anni in cui vi insegnava Vitaliano Brancati e vi studiava Leonardo Sciascia. Dal 1938 alla morte, avvenuta improvvisamente il 13 novembre 1958, fu preside del liceo classico “Ruggero Settimo”.
E ancora: «Monaco era il “signor preside”, aristocratico, colto, riservato, l’incarnazione esemplare del modello di capo di istituto che Giovanni Gentile aveva delineato nella sua riforma della scuola: “non visse che per la scuola, non amò che la scuola” disse di lui nell’orazione funebre il suo successore, l’indimenticabile preside Francesco Saverio D’Angelo. Sotto la sua guida si formarono generazioni di giovani ai quali la sua figura austera incuteva timore e rispetto, ma nello stesso tempo suscitava stima e affetto perché, dietro la scorza burbera, si celava un animo buono e gentile. Quando morì gli alunni lo piansero come un padre manifestando lo smarrimento del momento nelle affettuose testimonianze riportate sulla voce del liceo classico “Lanx satura” del 17 dicembre 1958».
Ma anche un’altra e illustre testimonianza ci sarebbe stata a ricordare, in quei mesi, la figura del preside, ed era quella dell’ex alunno, e poi maestro elementare, Leonardo Sciascia. C’è da ricordare, a tal proposito, che Luigi Monaco, una delle anime del cenacolo culturale della “Piccola Atene” che si riuniva nella libreria di corso Umberto gestita dall’editore Salvatore Sciascia, proprio con quest’ultimo collaborò per un certo periodo dirigendo la collana editoriale “Smeraldo”.
Prima di morire, il preside aveva letto il saggio “Stendhal fra eruditi e poeti” di Massimo Colesanti (scrittore, critico e saggista all’epoca poco più che trentenne) e ne aveva proposto la pubblicazione all’editore nisseno. E questi lo diede alle stampe nel 1959, a pochi mesi dalla scomparsa di Monaco, nel n. 10 della predetta collana “Smeraldo”, con una prefazione proprio di Leonardo Sciascia, che per l’occasione tracciava questo ricordo del personaggio che aveva tanto ammirato: «Era un uomo di grande bontà, di civilissimo tratto: ma odiava, di un odio flaubertiano, ogni forma e manifestazione della stupidità. La sua cultura era rigorosa e profonda, la sua informazione vastissima; ed era un conversatore straordinario, cordiale e ironico, acuto e preciso nei giudizi. Le serate passate in un angolo della libreria Sciascia conversando con Luigi Monaco sono state un po’ la mia università».
Da ricordare infine che Monaco, assieme a Pietro Leone, curarono la pubblicazione di un’antologia italiana per la scuola media intitolata “L’approdo”, edita nel 1953 da Le Monnier di Firenze, che ebbe successo: se ne fecero, infatti, tre edizioni.
La Sicilia 23 gennaio 2016
Società Nissena di Storia Patria
Reiterata la proposta per la creazione dell’importante sito dove custodire i macchinari di stampa ancora esistenti all’ex Ospizio di Beneficenza
Museo dell’arte tipografica
Lettera aperta di Antonio Vitellaro al commissario dell’ex Provincia Di Liberto
Con una lettera aperta inviata al commissario straordinario dell’ex Provincia Alessandra Di Liberto,
la Società Nissena di Storia Patria, tramite il presidente Antonio Vitellaro, torna a ribadire la proposta di creare un Museo dell’Arte Tipografica presso l’ex Ospizio di Beneficenza, dipendente dall’ente, ove un tempo operava una delle tipografie più rinomate dell’isola.
Il sodalizio aveva già avanzato tale proposta alla Provincia nel 2008, reiterata lo scorso ottobre e finalizzata appunto a custodire intanto i macchinari ancora esistenti all’ex Ospizio, ove esporre anche altre antiche macchine da stampa messe gratuitamente a disposizione da tipografi locali.
«Sappiamo che il Soprintendente ai BB.CC.AA., a seguito di accurato sopralluogo, ha apprezzato e incoraggiato la proposta», scrive Vitellaro, che poi rimarca: «Unica tipografia di proprietà pubblica esistente in Sicilia, essa può essere salvaguardata e valorizzata dall’istituzione del Museo che custodirebbe macchinari storici, veri pezzi unici delle vecchie tipografie di impianto meccanico, ormai inutilizzati per l’avvento del sistema digitale di stampa, ma preziosi dal punto di vista storico e museale, specialmente se si abbinano opportunamente con lo sviluppo dell’editoria nissena, che è stata ricchissima nella seconda metà dell’800 e in tutto il ‘900».
E aggiunge: «Già nel 2011 la Provincia (presidente Giuseppe Federico, assessore alla cultura Pietro Milano) redigeva un piano economico della spesa occorrente per la musealizzazione, con relativa relazione tecnica, inoltrandolo alla Regione per il finanziamento. La richiesta non è stata finanziata. Oggi ci sono le condizioni perché il progetto, riproposto, venga finanziato nell’ambito del Nuovo POR 2014-2020, con riferimento alle risorse che saranno assegnate al Dipartimento dei BB.CC. della Regione (Assessorato BB.CC.) e al Dipartimento Turismo (Assessorato Turismo) e nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale misura 19 approccio Leader (Assessorato Agricoltura)».
Vitellaro invita pertanto l’attuale Libero Consorzio Comunale ad attivarsi con i relativi progetti, assicurando la disponibilità della Società di Storia Patria per la parte storico-documentale e per la definizione dell’assetto museale.
Risale al 1864 l’iniziativa dell’allora direttore dell’Ospizio Antonino Caglià Guettard di impiantare un tipografia per gli allievi della scuola d’arte tipografica, una delle tante scuole operanti nell’istituto. A dirigerla è il tipografo palermitano Domenico Giacopino che sa creare una schiera di abili tipografi e torchiatori che stamperanno migliaia di pubblicazioni su commissione, assicurando così anche un reddito all’istituto.
Il primo impianto è nell’originaria sede dell’Ospizio in via Santi (via Re d’Italia), poi trasferito nell’ex Collegio gesuitico. Man mano vengono introdotte nuove tecniche di stampa, con la tipografia che si fa apprezzare anche ben oltre i confini locali con la gestione di privati che si avvalgono dell’opera degli allievi interni. La gestione privata cesserà in tempi più recenti con l’istituzione della scuola professionale, che si avvarrà della tipografia, prima dell’abolizione dei corsi nell’anno scolastico 1968-1969. Chiusa da allora, la Provincia nel 1987 la rimette parzialmente in funzione per la stampa di modulistica per i propri uffici: è un breve periodo, dopodiché c’è la chiusura definitiva.
Walter Guttadauria